Ansia

Ansia

Cos’è l’ansia

L’ansia per ogni persona può rappresentare una sorta di spia, come quella della benzina per un’automobile. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, viene vissuta come un’emozione spiacevole in quanto genera difficoltà e ci impedisce di attuare alcuni  comportamenti desiderati.

Se leggiamo l’ansia da un punto di vista dell’allarme che essa genera per l’organismo, invece, ci accorgiamo che è un’alleata della persona in quanto ci fa comprendere che in un certo momento o situazione c’è qualcosa che non va come dovrebbe.

Certo qui parliamo dell’ansia “sana” quella che ci mette in guardia contro qualcosa di pericoloso. Ci sono persone, però, che percepiscono ansia anche quando le situazioni non lo richiedono o gli stimoli non sono francamente pericolosi.  Ciò può accadere quando la persona ha appreso modelli emotivi e comportamentali disadattativi. 

Quali possono essere le origini dell’ansia?

   La letteratura indica che agli esordi dell’ansia potrebbe esserci una tendenza alla disregolazione emotiva (Schore, 2003) e una successiva compromissione dello sviluppo di strategie di coping o dei meccanismi di difesa. 

Alcuni  studi hanno evidenziato come possa esserci un collegamento tra lo stile di attaccamento del bambino (insicuro ambivalente e insicuro evitante)  e le caratteristiche ansiose dominanti nella sua vita (Mikulincer & Shaver, 2010; 2012).

L’ansia può avere tre principali fattori eziologici: origine traumatica, conflittuale o da deficit.   L’origine traumatica si riferisce ad esperienze emotivamente soverchianti che si accompagnano a vissuti post traumatici, i quali si possono riattivare in seguito a specifici stimoli ambientali o relazionali.

L’origine conflittuale si riferisce alla presenza di una tensione tra un bisogno e una limitazione esterna o interna. Per esempio, si può verificare un conflitto tra bisogni primari e le esperienze relazionali riguardanti i primi anni di vita della persona.    Infine, l’origine deficitaria si riferisce all’assenza di esperienze fondamentali per lo sviluppo delle capacità regolative. 

Piano di trattamento

Il compito del terapeuta è individuare i bisogni e fornire risposte sintonizzate, ossia le Autorizzazioni, i Permessi e la Protezione che sono mancati nelle risposte ambientali non sintonizzate.

Se stiamo trattando un bambino con questo tipo di temperamento, gli interventi possono aiutare i genitori a comprendere le complesse e contrastanti disposizioni temperamentali del bambino, e a supportare lo sviluppo dell’auto-rassicurazione per favorire le future esplorazioni. 

Se, invece, stiamo trattando un adulto che aveva da bambino quel tipo di temperamento, l’attenzione si sposta sul riconoscere la sofferenza derivata dalla mancata sintonizzazione, per esempio evidenziando la difficoltà dei genitori a riconoscere le sue disposizioni naturali ed il dolore provocato. 

Quando i pazienti sentono riconosciute le proprie impasse genetiche, tendono a sentirsi compresi, sviluppano una migliore alleanza terapeutica e migliorano l’autostima e il senso di identità.