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Ogni aspetto di noi richiede cura. L’alimentazione, la cura estetica della persona, l’attività fisica.
Così anche la mente. Molto spesso viviamo a nostra insaputa. Senza sapere esattamente cosa ci muove in una certa direzione.
Siamo molto indietro sotto questo profilo; non siamo certo aiutati dallo stigma che l’aiuto psicologico riguardi solo persone malate mentali. Pertanto, se sentiamo di voler chiedere o solo di averne bisogno, già ci sentiamo malati o sbagliati. Non è così ma i pregiudizi sono duri a morire.
Anche parlarne è difficile e può indurre vergogna.
Spesso, sussistono comprensibili paure di poter scoprire parti di sé poco accettabili al giudizio degli altri o della società oppure spaventa il doversi impegnare per cambiare.
Tuttavia, il senso di una vita piena credo sia anche quello di diventare davvero sé stessi e non sprecarla a rimanere invischiati dentro a sofferenze o difficoltà che non ci permettono di esprimere il nostro potenziale o di raggiungere il benessere che forse ora manca e che ciascuno di noi senza dubbio merita.
Spesso, le persone che ci sono vicine ci amano ma non sanno come dimostrarlo per loro limiti emotivi o più semplicemente non hanno i mezzi comunicativi o relazionali per dimostrarlo o per darci davvero una mano a stare meglio.
Semplicemente, invece esistono professionisti preparati per questo.
Anche se può suonare strano, lo psicologo ha effettuato un percorso in cui ha lavorato molto su sé stesso tanto in termini conoscenze tecniche e teoriche quanto sulla propria persona sul proprio vissuto.
Parte dell’apprendimento professionale dello psicologo e psicoterapeuta è anche instaurare in sè l’assenza di ogni forma di pregiudizio.
Il terapeuta è in grado di sostenerti accoglierti e comprendere le tue paure.
Lo spazio terapeutico è sacro per la coppia terapeutica, è uno spazio protetto nel quale la persona ha il diritto e la possibilità di sentirsi libera e accolta in tutta la sua dimensione esistenziale e di sofferenza per poter rinascere.